La Minuta #10


Una giovane principessa giocava felice tra i prati, distese verdi costellate di fiori sotto un cielo azzurro del colore del mare. Tra un gioco e l'altro incappò in un principe che la convinse a giocare con lei. La principessa sulle prime fu molto felice, il principe era proprio carino, ma poi di gioco in gioco il principe mutò atteggiamento e lei ne fu molto spaventata, tanto che alla prima occasione fuggì singhiozzante versando lacrime che, scintillando alla luce della luna, sembravano stelle cadenti. Corse una notte intera, tra prati e boschi, e all'alba, ancora scossa, incappò in un orco. La bambina si fermò atterrita ma l'orco non fece e non disse nulla, la guardò dritta negli occhi e la sua espressione si fece triste. Rincuorata dall'empatia, tra un pianto e un singhiozzo, la principessa raccontò la sua storia, stando sempre a debita distanza. Parola dopo parola la paura divenne rabbia e la rabbia divenne tristezza, immancabile arrivò la stanchezza. Finito il racconto della bambina, l'orco colse un po' d'erba, di fiori e di fieno e li accumulò dando loro la forma di un letto; la giovane vi si adagiò grata e si addormentò subito. L'orco non rimuginò molto: si alzò, si incamminò alla ricerca del principe. Lo trovò subito. Prima gli mollò un ceffone in pieno viso staccandogli la mascella, poi lo prese per le braccia e lo smembrò, ne gettò i resti a terra e vi defecò sopra. Che se pur per la bambina era storia ormai passata il pericolo andava risolto ed il rischio eliminato. Tornò rapido dalla bimba, ancora dormiente e ormai serena, che aveva marinato nell'erba a sufficienza. La sollevò con dolcezza e la portò nella sua stamberga dove la aggiunse alla zuppa che sobbolliva nel calderone.Poi, con un verso gutturale, chiamò a pranzo la sua orchessa e i suoi orchetti.


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