La Minuta #16

 


Era tutto nato da un'emicrania di lei. Si lamentava di "un cerchio alla testa", e lui sentì l'impellenza di risolvere il problema. E pensò bene di “squadrarle” il cranio con una morsa da falegname. Poi venne quell'altro tizio, affamato, che sentiva un profondo "buco allo stomaco". E lui glielo sistemò per bene:  tappò il buco piantandogli un ciocco di legno nella pancia. Infine ci fu quel tizio col cuore spezzato. Una siringata di colla in mezzo al petto pose fine alla sua sofferenza, in un certo senso. Si sparse la voce e gli onesti e devoti cittadini protestarono: che si trovasse una soluzione al problema dell’omicida letterale, perdindirindina!  L'ispettore incaricato di catturarlo non riusciva a cavare un ragno dal buco, così il killer gli spedì cento tarantole, in assoluto tra le più velenose. Il caso, per l’ispettore, continuava però a essere un tarlo nel cervello. Fu la svolta: l’omicida gli si presentò davanti pronto a riempirgli il cranio di tarlicida.  Il piedipiatti aveva finalmente trovato il bandolo della matassa ed escogitò un piano: dichiarò di sentire le farfalle nello stomaco. L'assassino si distrasse per cercare un un retino, e il piedipiatti ne approfittò per aggredirlo e lasciarlo senza fiato infilandogli l’aspirapolvere acceso fino in gola. Prima di perdere i sensi l’omicida si sentì un pesce fuor d'acqua, e si agitò per un po’. Poi svenne, col pensiero di essere passato dalla padella alla brace.

Post popolari in questo blog

La minuta #0

La Minuta #4

La Minuta #9