La Minuta #4



Il signorotto partì d'estate a girovagare per luoghi comuni e verificare se davvero fosse vero che tutto il mondo è paese, a quei tempi ci si divertiva con niente. Per aprir bocca e togliere ogni dubbio si caricò di frasi fatte, avrebbe acquistato anche della felicità, ma i soldi non danno la felicità, così li impiegò per risolvere un po' di problemi. Appassionato d'arte, di tanto in tanto si fermava a dipingere qualche immagine retorica e, di quando in quando, dove una volta era tutta campagna, col retino andava a catturare qualche locuzione verbale per la sua collezione. Purtroppo non c'erano più le mezze stagioni e passò dalle mezze maniche al capotto. Avrebbe voluto tornare a casa dolce casa, che non era assolutamente un albergo. Partì saltando i fossi per lungo ma non era più quello di una volta, e si rialzò fradicio: non è il caldo era l'umidità, pensò. Il signorotto andò quindi a teatro, lo spettacolo cominciò così bene che fu subito a metà dell'opera; il tempo volava, il signorotto avrebbe volentieri scroccato un passaggio in punta d'ala, ma si coricò e dormì. Il mattino dopo, desto, verificò: era sveglio ma non aveva pigliato nessun pesce e pur essendo un mattino che non aveva un'oncia d'oro in bocca, si risentì. Decise di tornare quindi a casa a godere del verde dell'erba del vicino, che era ben più verde della sua, e a controllare che la gatta, tra una covata e l'altra, non perdesse una zampina avvicinandosi al lardo. Arrivato a casa, pioveva: realizzò quindi che il governo era ladro.

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