La Minuta #3

Una pulzella di esile figura,
indossando una rossa mantellina,
nel bosco camminava senza paura,
benché incombesse l’ora vespertina.

Con il volto celato da un cappuccio
Turbata non pareva da alcun cruccio
Un cesto di cibo a sua nonna recava
vecchiarda inferma, che già l’aspettava

Ma tra le tenebre d’oscura selva
Un grosso lupo attendeva in agguato
Non aspettava che lei, quella belva,
Che ben altri bimbi aveva ingoiato

La fiera balzò di fronte alla piccina
chiedendo “Chi sei tu, incauta piccolina?”
E lei “Mi chiamano Cappuccetto Rosso!”
E lui “Di te non rimarrà che un osso!”

Ma un odore gli giunse noto al naso
Dannazione, era sangue quel fetore!
Quel mantello non era rosso a caso
Lei ghignò e il lupo colse il proprio errore

“Più d’una volta io fui già aggredita”
Disse lei, con gaiezza ora svanita
“Del sangue dei lupi ho il manto imporporato.
Non hai più scampo ormai, verrai ammazzato.”

E il lupo si voltò senza esitare
Ma si arrestò, la coda era tirata
da Cappuccetto, pronta a macellare
E gli mancò una fuga disperata

Così del lupo non restò che un pelo
E Cappuccetto tinse il manto con zelo
Il sangue gli donava rossa vita,
E la fiaba fu d’un tratto sovvertita.

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